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I
racconti folkloristici si legano saldamente al
territorio piemontese e a quelle creature che l’avrebbero
abitato. Queste storie, venivano tramandate di generazione in
generazione, spesso raccontate dai nonni ai fanciulli nelle vijà
d'inverno, al caldo nella stalla. |
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I
Foulatounes sono spiriti della montagna che si dicevano
abitassero le grotte e i burroni della Val Varaita. Secondo la
leggenda, questi spiriti erano molto amichevoli con gli uomini e
le donne della valle, ma solo se venivano rispettati e onorati.
Si diceva che i Foulatounes fossero molto gelosi dei loro
tesori, che custodivano gelosamente nelle loro caverne.
Un giorno, un
uomo della valle decise di rubare uno di questi tesori. Si
avventurò nella montagna e, dopo aver trovato la grotta dei
Foulatounes, prese il tesoro e fuggì. Ma i Foulatounes
si accorsero del furto e, furiosi, si misero alla ricerca del
ladro. Lo trovarono e lo punirono in modo terribile, facendolo
diventare pazzo. |
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I
Sarvanot popolano
molte storie delle zone Alpine Piemontesi.
Non sono esseri
magici, ma si tratta di folletti dall'aspetto molto simile agli uomini
selvaggi. Sono piccoli e pelosi, molto intelligenti ed anche vivaci e
chiassosi. Amano fare scherzi, ma non sono cattivi.
Nella borgata Acò di
Fin di Melle viveva una famiglia. Ogni sera, da un po' di tempo,
arrivava un sarvanot che si sedeva vicino al camino.
All'inizio gli uomini erano contenti dell'ospite, che era gentile e
discreto, ma poi cominciarono a esserne stufi. Il sarvanot
parlava poco, ma ascoltava tutto quello che veniva detto. Così, stanchi
di quell'intruso, andarono dal saggio.
Questi consigliò di mettere numerosi gusci d'uovo tagliati a metà sul
bordo del camino.
Fecero così. Appena il sarvanot arrivò, vedendo i gusci
d'uovo diventò scuro in volto e disse:
"Siou jo vièi ei jo vist lou bosc de Julion set vinque chomp, set
vinque pra, e set vinque bosc, ma avìou pa'nquéé vist tonti tupinét
bionc."
(Sono già vecchio ho già visto il bosco di Giuliano sette volte campo,
sette volte prato, e sette volte bosco, ma non avevo mai visto tanti
recipientini bianchi).
Se ne andò via
arrabbiato e più nessuno lo vide.
tratto da:
http://www.ghironda.com/vvaraita/rubriche/sarvanot.htm#sarv-06
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Le Masche sono
personaggi misteriosi e affascinanti della tradizione piemontese.
Secondo la leggenda, le
Masche
erano spesso donne anziane magari vedove, zoppe e rugose, che vivevano
in solitudine e avevano il potere di creare intrugli con fiori ed erbe.
Si diceva che fossero in grado di trasformarsi in animali, di vendicare
un torto, di portare disgrazie, e che avessero la capacità di leggere il
passato e predire il futuro.
Una delle leggende più famose riguarda una donna chiamata Miciulina. Si
dice che questa donna avesse il potere di causare malattie e sfortuna
alle persone che incontrava. La leggenda narra che un giorno Miciulina
incontrò una bambina e le toccò la schiena, causandole la crescita di
una gobba il giorno seguente. Si dice anche che un ragazzo, vedendo
Miciulina, avesse perso l’equilibrio e, rialzandosi, avrebbe notato di
avere un piede in avanti e uno al contrario. |
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C’è la
leggenda del Re
di Pietra, che racconta la storia di Re Vesulo
(Monviso) e della sua sposa Besimauda (Bisalta), che regnavano
sulla valle. Si dice che un giorno Vesulo abbia scalciato fuori
dal regno la moglie, dopo una discussione riguardo
l’atteggiamento del re verso le dame di corte Vallanta e Soustra.
La leggenda
narra che per il chiasso provocato dai due, gli dei infastiditi,
li trasformarono in rocce. Vesulo, chiese allora agli dei, di
essere tanto alti da superare le altre rocce, in modo che
potessero almeno guardarsi. |
Un’altra leggenda riguarda le marmotte
di Bellino.
Si narra che una notte di agosto del 1576 qualcosa di strano
cadde dal cielo nella Val Varaita, a Bellino. Qualunque cosa
fosse, gli effetti di questo passaggio si ebbero sugli abitanti
più simpatici e carini della Valle: le marmotte. Da allora
infatti, gli abitanti notarono in loro comportamenti
“particolari” come una maggiore vivacità, una più vivida
intelligenza. Alcuni studiosi affermarono addirittura che le
bestiole sembrava volassero. Fu persino scritto dallo zoologo
Pierre Houdih un libro sull’argomento dal titolo “Les marmottes,
une énigme”, in cui si ponevano in evidenza molti aspetti
singolari di questi animali, chiamati “marmotte volanti”. |
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E per
chiudere una curiosità. Lo sapete che ci sono fondate
possibilità – e tesi contrastanti – che il noto logo della
Paramount rappresenti il Monviso?
Flavio Russo,
scrittore ambientalista del cuneese, riportava, qualche anno fa,
una fonte secondo cui a due operai saluzzesi, emigrati in
America e assunti dalla Paramount, venne chiesto di trasportare
un cartellone sul quale i boss della produzione avevano deciso
di tratteggiare il simbolo della casa cinematografica. Racconta
Russo che uno dei capi avrebbe esclamato: «E adesso come la
facciamo questa montagna?». Per tutta risposta uno dei due
operai avrebbe tirato fuori dalla tasca una fotografia del
Monviso, scattata da casa sua e conservata gelosamente come
prezioso ricordo della propria terra. E il logo fu. |
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